Le particelle subatomiche

Già dal VI secolo i Greci avevano scoperto che alcuni oggetti, come l’ambra, se strofinati acquistavano la capacità di attrarre a se corpi leggeri. Oggi per descrivere questi fenomeni usiamo il termine elettricità, dal greco elektron che significa ambra. Non tutti i materiali si elettrizzano allo stesso modo. Esistono infatti due tipi di elettricità chiamate elettricità positiva (+) e elettricità negativa (-).Questi fenomeni possono essere spiegati solo ammettendo che la materia possiede delle cariche elementari, ovvero delle cariche elettriche. Dal momento che esistono due tipi di elettricità possiamo dedurre che esistono due tipi di cariche: positive e negative. Studiando più a fondo i fenomeni elettrostatici, si è potuto stabilire che:

Cariche elettriche di segno opposto si attraggono: mentre cariche elettriche dello stesso segno si respingono.

Attraverso gli esperimenti condotti nel 1897 da J. Thomson e da Goldstein è stato possibile dimostrare l’esistenza di due tipi di particelle elementari di natura elettrica, l‘elettrone e il protone, che sono contenute all’interno dell’atomo e vengono pertanto chiamate particelle subatomiche. Più tardi, nel 1932 Chadwick scoprì l’esistenza di un altro tipo di particelle subatomiche chiamate neuroni.

ELETTRONE

  • sono le più piccole particelle con carica elettrica negativa presenti negli atomi;
  • ha una carica elettrica di -1,6×10^-19;
  • gli è stato attribuito il valore di carica -1;
  • viene definito con il simbolo e^-.

PROTONE

  • sono le più piccole particelle con carica elettrica positiva presenti negli atomi;
  • gli è stato attribuito il valore di carica elettrica +1;
  • viene defnito con il simbolo p^+
  • ha una carica elettrica di 1,6×10^-19.

NEUTRONE

  • sono particelle con massa uguale a quella dei protoni, ma privi di carica,
  • viene definito con il simbolo n^0.

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